Si diceva, la democrazia è faticosa...

Quello che penso io dell'Italicum l'ho già scritto qui e l'ho detto in Presidenza. 
Questa relazione del Presidente è stata la traccia dei lavori della giornata. 
Questo Documento di analisi è stato quello che,  assieme alla relazione, abbiamo discusso in Direzione oggi.
Il mio intervento nel dibattito di oggi si è ritrovato in molte cose dette da altri. E quindi ha sottolineato solo alcuni punti: 

Dentro e fuori: abbiamo bisogno di grande attenzione a come collegare quello che diciamo e cerchiamo di costruire per il paese e quello che sperimentiamo e viviamo al nostro interno. E quindi, tenendo questa prospettiva incrociata tra il fuori e il dentro mi pare che i temi (tenendo assieme incontro con il ministro, relazione del Presidente e documento) siano: 
  • il bisogno di prestare attenzione a ridisegnare il modello di funzionamento con attenzione alla dimensione territoriale, la più vicina ai cittadini, ma anche a quella regionale. Il livello regionale è infatti un corpo intermedio tra il nazionale e il locale. E svolge una funzione di connessione e sintesi. Ed è importante che le competenze e funzioni di questo livello siano ben definite e valorizzate. Vale per il Paese, vale per dentro l'associazione.   
  • il rapporto tra vincoli (soldi, tempo, efficienza) e democrazia. Mi pare che fino ad oggi la politica (e un po' anche noi) abbiamo prestato molta attenzione alla democrazia, quasi a prescindere dalle altre dimensioni. Oggi mi pare che ci sia nel Paese (e un po' anche in noi) una estrema attenzione alle dimensioni economiche, alla velocità, all'efficienza. Ma questo a volte va a scapito della democrazia. Credo che la sfida sia, per i partiti, per la politica e pure per noi, studiare e sperimentare forme in cui vincoli e democrazia si tengono.   
  • credo che le leggi siano di due tipi. Un tipo sono le leggi che fanno sintesi di un percorso culturale e sociale. Che ridisegnano un sistema. Un altro tipo sono le leggi che mettono una toppa alla situazione. L'italicum è una legge del secondo tipo. Forse è la toppa che serve oggi. Forse è l'unica che oggi riusciamo ad avere. Ma non è sicuramente la legge che disegna un modello. Più in generale, comunque, vale anche per altri temi, credo che oggi ci sia una certa attitudine a cercare soluzioni nelle leggi. Anche quando quello che in realtà serve sono processi sociali, politici, culturali e pure educativi. Io credo che noi dovremmo appassionarci ai processi più che alle leggi. E penso che il lavoro di formazione di amministratori locali su cui alcuni dei nostri territori stanno investendo molto sia molto importante e prezioso in questo senso. E penso che dovrebbe diventare una linea di programma prioritario (al fianco delle priorità tematiche sulla povertà e sulla diseguaglianza indicate nella relazione del Presidente che condivido). 
PS: Ovvietà 

  • ovviamente il mattino abbiamo incontrato il Ministro D'Alia e il pomeriggio, solo tra noi, abbiamo dibattuto del documento sulla legge elettorale. 
  • ovviamente negli organi si discutono e approvato documenti e relazioni. Non si discutono né si approvano i comunicati stampa.  
  • personalmente non mi ritrovo nella sintesi del comunicato stampa. Se il titolo del comunicato stampa fosse stato il titolo del documento non avrei votato a favore. 
  • ovviamente questo l'ho detto pure in Direzione. 

In Direzione si è anche detto che questo documento è un punto di avvio di un dibattito, non un punto finale. E consigli provinciali e regionali sono stati invitati a convocarsi per dibattere ed elaborare riflessioni. Questo ad esempio, il documento elaborato dalle Acli di Milano. 

Cosa vuol dire pensare?- Marianella Sclavi

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