San Paolo bene comune


Ogni anno penso che c'è un oggettivo privilegio nel nome. 
Ogni giorno è l'onomastico di qualcuno. 
Io ad esempio gli onomastici altrui non li ricordo molto...
Ma certi nomi se li ricordano sempre in tanti!

(Poi penso sempre che papà e mamma scegliendo di darmi come riferimento San Paolo si sono presi le loro responsabilità.
Perché è oggettivo che di cazzate nella vita Paolo ne abbia fatte. Pure di un certo rilievo.
Perché ha fatto pure cose importanti. E questo non è facile da seguire...
Poi è pure finito decapitato e magari su questo si possono accettare mediazioni al ribasso nel trarre ispirazione...). 

Scherzi a parte San Paolo è un punto di riferimento essenziale. 

Offro questo testo di Martini come spunto di riflessione a tutti gli omonimi ed omonime. Ma pure a tutti gli altri. Che San Paolo è ovviamente bene comune. 

Martini - Le confessioni di San Paolo

P.s. Io mi sto soffermando sul rapporto con Barnaba. Interessante...

Cercasi lampadieri


Quando ho visto che oggi, 12 anni fa, moriva Tom Benettollo ho pensato subito a lui, al Paese, ai Balcani, ad un'altra stagione della storia, a quelli che allora erano quasi "miti" e a certi compagni di strada non solo in senso metaforico. 

Ed ho pensato subito a quella pagina. Ai lampadieri. Ruolo personale e ruolo possibile per organizzazioni e corpi sociali. 
E ho pensato a come in fondo c'entri anche con oggi. Oggi anche in senso stretto.
La notte scura. Il non sapere con certezza dove si stanno mettendo i piedi. Ma continuare a camminare. E continuare a reggere la pertica.
Perchè i cammini si aprano e altri possano passarci... 

In questa notte scura 
qualcuno di noi 
nel suo piccolo   
è come quei lampadieri 
che camminando innanzi  
tengono la pertica rivolta all'indietro, 
appoggiata alla spalla 
con il lume in cima. 
Così il lampadine vede poco davanti a sé 
ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri.  
Qualcuno ci prova. 
Non per eroismo o narcisismo, 
ma per sentirsi dalla parte buona della vita. 
Per quello che si è 
Credi,


Tom 





Streetart quasi Qoelet



Ogni cosa a suo tempo.
E la realtà non la guidiamo noi. 
La mattina semina il tuo seme e la sera non dar riposo alle tue mani, perché non sai qual lavoro riuscirà, se questo o quello o se saranno buoni tutt'e due.

Tutto il resto è vanità.

La storia non finisce qui...



Ecco. Oggi mi verrebbe da dire così.

La storia non finisce qui. Semmai da qui serve (ri)cominciare.

Non si può leggere lo scenario solo in termini di tenuta o non tenuta tra destra/sinistra.
Né in termini di pro/contro il governo nazionale in carica.
Non si può liquidare tutto ciò che non si condivide o comprende come "voto di protesta" e "populismo impolitico".

Nessuna grande città (tranne Cagliari) è assegnata al primo turno.
I sindaci uscenti (indipendentemente dal gradimento sul loro operato) devono giocarsela al secondo turno come fossero novellini.
La Lega resta forte al nord ma non si accredita come forza di dimensione nazionale.
La Meloni può gioire del proprio risultato nella competizione interna alla sua area ma da sola resta al palo comunque.
Forza Italia praticamente scompare ma il gioco (a tenere il centro destra o a contenere la destra) l'ha determinato molto Berlusconi con le sue singole scelte e il candidato di centro destra che più se la gioca sul secondo turno non è un politico.
La sinistra sinistra tiene nel recinto di testimonianza in cui si è posta. In una situazione come l'attuale forse può rivendicare di aver sottratto quei voti all'astensionismo o al populismo. Ma non può pensare di capitalizzarli in nessun modo. 

I ballottaggi porteranno nuova crescita di astensionismo e/o aggregazioni di voti considerati anomali secondo gli schemi classici (e questo avverrà anche in maniera indipendente dalle dichiarazioni dei candidati "non passati", perchè oggi nessuno dispone dei voti che ha preso).

Ma cosa è anomalo e cosa è sano oggi? 
L'aggregarsi "di parte" sul candidato "né di destra né di sinistra" per arginare l' antagonista politico storico?
O l'aggregarsi tra "partiti tradizionali" per arginare "il cosiddetto populismo"?
Parisi in tv stanotte già dagli exit poll o è un pazzo incosciente o se la gioca tutta cercando di accreditarsi come "non parte dell'establishment". 

Per fare un'analisi compiuta serve aspettare di vedere i numeri, il dettaglio dei partiti e il quadro completo dei piccoli centri.
Ma a caldo viene da dire che non ci sono vincenti. C'è frammentazione e confusione. Nessun progetto politico è oggi egemone nel Paese. Nemmeno i 5 stelle. Che correvano solo in pochi luoghi, che vedremo al secondo turno quanti luoghi avranno. E che comunque fino a che non si sperimentano restano (a seconda dei punti di vista) uno spauracchio o un potenziale.
I problemi restano tutti sul piatto, ci sono distanze che crescono tra aree diverse del paese. E c'è una dinamica politica europea ed internazionale di cui non si può non tenere conto. 

Non può essere letto come un voto contro Renzi. Anche se un voto come questo pone problemi a chi ha oggi responsabilità di governo. Per le dinamiche politiche complessive. Per gli effetti sul processo di riforme. 

Ma il punto è che non pone problemi solo a lui. Pone problemi a chiunque sia interessato al governo e al rilancio e alla trasformazione del Paese. 
Serve un progetto politico di respiro. Serve dimostrare che la politica sa ancora essere efficace. Verrebbe da dire che ne abbiamo così bisogno che sarebbe già qualcosa averla, di qualsiasi segno.
Nascerà da un rilancio differente delle forze tradizionali? (Nel centro sinistra? Nel centro destra? Dal pd, che nonostante tutto resta l'unico partito in quanto tale?).
Nascerà da un aggregarsi trasversale dei "moderati" o dei centristi?
Nascerà da una evoluzione dei 5 stelle in una forza reale di governo?
Oggi è difficile dirlo.
Ma qualcosa dovrà pur nascere....E se non nasce nulla il problema è di tutti...
P.s. Dopo di che non riesco a non togliermi lo sfizio inutile di dire che (pure fosse solo il vecchio che resta e non il nuovo che nasce)...forse...non uccidere il giro precedente dei sindaci arancioni, magari...
P.P.s. Dopo di che non riesco a non pensare che una responsabilità di visione e costruzione sia anche profondamente "nostra" ma...questa è una storia da affrontare per bene a parte...

Votare fa bene...


Sarà perché nonostante tutto votare fa sentire meglio.
Sarà che chi vota sente di partecipare. 

Ma oggi Roma sembra un po' meno spenta.
Nel seggio in cui ho votato c'era movimento.
E gente che sembrava provare a trovare qualcosa in cui credere. 

Non tutti con la stessa fede.
Non tutte le speranze andavano nella stessa direzione.
Ma è già qualcosa in più del nulla.
Già qualcosa in più della rassegnazione all'ingovernabilità o del "tanto peggio tanto meglio".  

Chi vota, anche con tutte le fatiche, fa bene a sé.
Se tutti assieme avremo fatto bene anche a Roma...si vedrà...


(Comunque resto dell'idea che uno dei nodi della democrazia di oggi sia trovare modalità di sperimentare il piacere della partecipazione, anche oltre il voto e ciò che può essere contato. Con modalità che siano comprensibili e soprattutto prendibili per tutti, non solo per eroi, martiri, reduci, militanti estremi, personalmente coinvolti o addetti ai lavori).

Cosa vuol dire pensare?- Marianella Sclavi

Uno degli strumenti che ci viene rifilato più di frequente oggi è il sondaggio di opinione. La sanità, la riforma… chiamo individualmente un...