La storia non finisce qui...



Ecco. Oggi mi verrebbe da dire così.

La storia non finisce qui. Semmai da qui serve (ri)cominciare.

Non si può leggere lo scenario solo in termini di tenuta o non tenuta tra destra/sinistra.
Né in termini di pro/contro il governo nazionale in carica.
Non si può liquidare tutto ciò che non si condivide o comprende come "voto di protesta" e "populismo impolitico".

Nessuna grande città (tranne Cagliari) è assegnata al primo turno.
I sindaci uscenti (indipendentemente dal gradimento sul loro operato) devono giocarsela al secondo turno come fossero novellini.
La Lega resta forte al nord ma non si accredita come forza di dimensione nazionale.
La Meloni può gioire del proprio risultato nella competizione interna alla sua area ma da sola resta al palo comunque.
Forza Italia praticamente scompare ma il gioco (a tenere il centro destra o a contenere la destra) l'ha determinato molto Berlusconi con le sue singole scelte e il candidato di centro destra che più se la gioca sul secondo turno non è un politico.
La sinistra sinistra tiene nel recinto di testimonianza in cui si è posta. In una situazione come l'attuale forse può rivendicare di aver sottratto quei voti all'astensionismo o al populismo. Ma non può pensare di capitalizzarli in nessun modo. 

I ballottaggi porteranno nuova crescita di astensionismo e/o aggregazioni di voti considerati anomali secondo gli schemi classici (e questo avverrà anche in maniera indipendente dalle dichiarazioni dei candidati "non passati", perchè oggi nessuno dispone dei voti che ha preso).

Ma cosa è anomalo e cosa è sano oggi? 
L'aggregarsi "di parte" sul candidato "né di destra né di sinistra" per arginare l' antagonista politico storico?
O l'aggregarsi tra "partiti tradizionali" per arginare "il cosiddetto populismo"?
Parisi in tv stanotte già dagli exit poll o è un pazzo incosciente o se la gioca tutta cercando di accreditarsi come "non parte dell'establishment". 

Per fare un'analisi compiuta serve aspettare di vedere i numeri, il dettaglio dei partiti e il quadro completo dei piccoli centri.
Ma a caldo viene da dire che non ci sono vincenti. C'è frammentazione e confusione. Nessun progetto politico è oggi egemone nel Paese. Nemmeno i 5 stelle. Che correvano solo in pochi luoghi, che vedremo al secondo turno quanti luoghi avranno. E che comunque fino a che non si sperimentano restano (a seconda dei punti di vista) uno spauracchio o un potenziale.
I problemi restano tutti sul piatto, ci sono distanze che crescono tra aree diverse del paese. E c'è una dinamica politica europea ed internazionale di cui non si può non tenere conto. 

Non può essere letto come un voto contro Renzi. Anche se un voto come questo pone problemi a chi ha oggi responsabilità di governo. Per le dinamiche politiche complessive. Per gli effetti sul processo di riforme. 

Ma il punto è che non pone problemi solo a lui. Pone problemi a chiunque sia interessato al governo e al rilancio e alla trasformazione del Paese. 
Serve un progetto politico di respiro. Serve dimostrare che la politica sa ancora essere efficace. Verrebbe da dire che ne abbiamo così bisogno che sarebbe già qualcosa averla, di qualsiasi segno.
Nascerà da un rilancio differente delle forze tradizionali? (Nel centro sinistra? Nel centro destra? Dal pd, che nonostante tutto resta l'unico partito in quanto tale?).
Nascerà da un aggregarsi trasversale dei "moderati" o dei centristi?
Nascerà da una evoluzione dei 5 stelle in una forza reale di governo?
Oggi è difficile dirlo.
Ma qualcosa dovrà pur nascere....E se non nasce nulla il problema è di tutti...
P.s. Dopo di che non riesco a non togliermi lo sfizio inutile di dire che (pure fosse solo il vecchio che resta e non il nuovo che nasce)...forse...non uccidere il giro precedente dei sindaci arancioni, magari...
P.P.s. Dopo di che non riesco a non pensare che una responsabilità di visione e costruzione sia anche profondamente "nostra" ma...questa è una storia da affrontare per bene a parte...

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