Ce se confonne..


Tram pieno. Tra gli altri una scolaresca, primi anni delle superiori, all'apparenza.
Una signora osserva gli scambi tra ragazzi e insegnanti. Identifica un ragazzo tranquillo, lo fissa. Lui le cede il posto.
Lei, sedendosi: siamo orgogliosi di essere italiani!
Lui, ridendo: a signo', anche si, però io nun c'ho la cittadinanza!
Lei, sorridendo, non imbarazzata: ao' è che ce se confonne...
Lui: appunto!
Tutti ridono. 

La giornata delle migrazioni non è solidarietà dei ricchi verso i poveri...

La gente è in movimento.
All'interno dei paesi e tra un paese e l'altro. Un continente e l'altro.
La gente si sposta.
Per lavoro, per amore, per curiosità, per opportunità, per necessità, per disperazione...
Provvisoriamente e stabilmente.
Nessuno potrà fermare questo movimento.
I nostri padri e nonni si mossero.
Noi ci muoviamo.
I nostri figli e nipoti si muoveranno.
La giornata delle migrazioni non è il giorno della solidarietà dei ricchi verso i poveri.
La giornata delle migrazioni è il giorno della consapevolezza verso noi stessi.

Alla fine qualcosa ci inventeremo


E' il secondo libro. Qui Tommaso ha 16 anni. E le riflessioni si spostano dal presente al futuro. Lo stesso giornalista dice che il processo dietro a questo libro è differente da quello dietro al precedente. Lì i pensieri erano venuti di getto, spontanei, era quasi la "scoperta" dell'ebbrezza del confronto ravvicinato ed intimo con la diversità.  

Qui il libro nasce da una urgenza. Improvvisamente il giornalista sente che ha poco tempo. Per organizzare il suo personale "dopo di noi". Nel libro non c'è più solo l'esperienza di padre,  narrata con la capacità del comunicatore. C'è l'esperienza di padre filtrata dall'occhio del giornalista che ha incontrato ed ascoltato altri padri e madri. 

"Ho capito che quello che per semplificare chiamiamo autismo è una categoria dell'esistenza, una delle infinite possibilità che abbiamo di misurare il mondo e i nostri simili, un punto di vista individuale che geneticamente si distribuisce in diverse percentuali di intensità e in un numero impressionante di esseri umani". 
"L'Effetto Stigler, che penso prima o poi colga ogni genitore di autistico, lo sintetizzo nella  lancinante sensazione di non potere più farcela a tirare su il proprio figliolo. (...) Mi sono fatto un'idea  abbastanza chiara di come vivono anche altre persone quello che è il mio maggiore problema familiare: galleggiamo tutti nel miraggio d'essere immortali".  
Il resto è il proseguire dell'idea di Insettopia.

"Mi piace pensare a Insettopia più come un clima che come un luogo fisico. Insettopia è ovunque un autistico si senta a suo agio e, di conseguenza, dove si possa anche allentare la tensione perenne dei suoi famigliari".  


A tutti gli abitanti e ai viaggiatori, incrociati a vario titolo, in Città…


Ora dirò della città di Zenobia che ha questo di mirabile: benchè posta su terreno asciutto essa sorge su altissime palafitte, e le case sono di bambù e di zinco, con molti ballatoi e balconi, poste a diversa altezza, su trampoli che si scavalcano l'un l'altro, collegate da scale a pioli e marciapiedi pensili, sormontate da belvederi coperti da tettoie a cono, barili di serbatoi d'acqua, girandole marcavento, e ne sporgono carrucole, lenze e gru. Quale bisogno o comandamento o desiderio abbia spinto i fondatori di Zenobia a dare questa forma alla loro città, non si ricorda, e perciò non si può dire se esso sia stato soddisfatto dalla città quale noi oggi la vediamo, cresciuta forse per sovrapposizioni successive dal primo e ormai indecifrabile disegno. Ma quel che è certo è che chi abita a Zenobia e gli si chiede di descrivere come lui vedrebbe la vita felice, è sempre una città come Zenobia che egli immagina, con le sue palafitte e le sue scale sospese, una Zenobia forse tutta diversa, sventolante di stendardi e di nastri, ma ricavata sempre combinando elementi di quel primo modello. Detto questo, è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere la città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.


da: Le Città Invisibili di Italo Calvino 

A Abdulaye, Abdelwahab, Aden, Adi, Ahmed, Ahmad, Alessandro, Alessia, Alice, Aman, Amr, Angela, Annarita, Antonella, Arabella, Arfang, Ashour, Asif, Attia, Badry, Barak, Blaise, Bobo, Bocar, Carlo, Carmine, Caterina, Celink, Chiara, Cristina, Damiano, Daniela, Dina, Elsaid, Elsayed, Emiliano, Emiljan, Enrica, Ermanno, Faruk, Fiqiri, Francesca, Francesco, Gabriella, Gianni, Giuseppe, Grazia, Hamza, Hodou, Hussein, Ibrahim, Ilaria, Iolanda, Ismael, Jusuf, Kally, Kebba, Lamine, Livio, Luca, Lucia, Mahmoud, Makan, Madou Lamine, Mamadou, Marco, Maria, Marcel, Martina, Meguè, Matteo, Michela, Michele, Mikahilou, Mohamed, Monica, Mosen, Mushfiqur, Nabil, Osama, Pamela, Paul, Paolo, Piera, Raffaele, Ramadan, Rashad, Ronaldo, Rosaria, Serag, Sekou, Sina, Stefano, Tarek, Talibe, Temes, Tonino, Vincenzo, Walid, Yehia, Zeray...


Grazie per l'incontro che c'è stato e per ciò che abbiamo condiviso e scambiato. 
Io, di mio, lo conserverò.

Con l'augurio, alla Città e a ciascuno, di non smettere di desiderare.
E di fare in modo che siano i desideri migliori a dare forma alla realtà.  

Le vie della vita sono molte ed intrecciate.
Su qualche strada, reale o virtuale, sono sicura che ci si re-incrocerà o quanto meno con benevolenza ripenserà.


Buona strada, buona vita, in bocca al lupo e buon tutto alla Città e a tutti/e!

Paola 









Compleanno a capodanno


Lui è davvero nato sulla linea di confine tra un anno e l'altro. La notte, tra il panettone e il brindisi e i botti, si attraversava avanti e indietro la città per il falso allarme e l'uscita d'emergenza.

Loro invece sono nati in paesi diversi, in giorni diversi. E la data del capodanno l'hanno avuta in sorte solo al momento dell'approdo. Nella confusione dello sbarco, dall'assenza di documenti, dal bisogno di avere un motivo qualunque per poter arrivare...

Da quando è nato lui, per me è sempre più compleanno che capodanno.
Che nulla potrà eguagliare un anno che inizia con la vita che nasce...

Da quando ho incontrato loro, penso anche che nulla potrà eguagliare la possibilità di rinascere, pure se costa il prezzo di nuovo compleanno...

Oggi vi penso assieme.

Cosa riserva la vita per voi, nati o rinati su una linea di confine del tempo o dello spazio?

Che possiate trovare approdo.
Abbassare le difese. Rilassarvi, sereni.
In luoghi che sentite casa.
Tra gente che amate e vi ama. 
Crescendo, imparando. 
Senza che questo vi costi mai il prezzo della vostra identità...

Auguri! Buon compleanno! Buon anno!





Cosa vuol dire pensare?- Marianella Sclavi

Uno degli strumenti che ci viene rifilato più di frequente oggi è il sondaggio di opinione. La sanità, la riforma… chiamo individualmente un...