In banca




Almeno 4 persone di mezza età per questioni di carta di credito. Tutti lavoratori. Tutti che la carta di credito l'hanno sempre avuta. Tutti con soldi sul conto, casa di proprietà e senza problemi di scoperti. 

- Deve portare la busta paga. 
- Non ho busta paga, sono a partita Iva.
- Allora avrà tanti clienti, i bonifici arriveranno da tanti soggetti diversi...
- No, in realtà ho un cliente solo, diciamo due al massimo...
- Ah, ok, allora può portare attestazione di redditi. Il modello unico. Da che anno ha aperto la partita Iva?
- Dall'anno scorso/da due anni...ma lavoro sempre nello stesso posto. Non è stata una scelta mia. Ma li conosco, mi pagano, non c'è rischio...
- Mi può portare il contratto?
- Eh, non l'abbiamo ancora fatto.../Eh si, eccolo...
- Ah, ok, pagamenti ogni tre mesi, ma i pagamenti arrivano sul conto? Non li vedo...
- Si, si, arrivano sul conto, ma...eh non pagano regolare, ma poi arrivano...e comunque la carta non mi serve per avere un credito. Mi serve per la vita normale. Ce l'ho sempre avuta. Non ho mai avuto segnalazioni. 

Poi compilando i moduli...
- mi può dare l'indirizzo del datore di lavoro?
- xxx, via xxx. Ma non credo possa metterlo nel modulo. Formalmente non è datore di lavoro. È cliente.
- Eh sì, era per dare più forza alla richiesta, un libero professionista con un solo cliente è un po' fragile..se lo mettiamo è un errore nel modulo, ma si capisce che è la partita Iva usata dalle imprese come nuova forma di collaborazione... 

Alla fine, di un tipo o di un altro, tutti hanno avuto la carta. Ma hanno anche avuto la sensazione di legalità incerta. E di insicurezza. Di messa a rischio di qualcosa che pensavano status di vita scontato. 

Sportelli di banche di credito cooperativo.
#periferiaromana#ilpaesereale. Anno 2018.

Cosa vuol dire pensare?- Marianella Sclavi

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