Per le vie del quartiere...


Tutti i giorni qualcuno passa a svuotare i cassonetti sotto casa.  Con una sorta di scheletro di passeggino e con un rampino in ferro autoprodotto. Parcheggia lo scheletro. Apre il cassonetto e ci si tuffa a pesca con il rampino. A volte, verso la fine del lavoro, tutto il corpo è dentro e restano fuori solo gambe a penzoloni.

Il rampino è un oggetto fantastico. Prima canna da pesca, per sollevare. Poi punta, per rompere i sacchetti. Poi pinza, per estrarre e scegliere. Tutto ciò che può essere interessante viene recuperato e portato via sullo scheletro di passeggino. Tutto ciò che non interessa resta lì a terra, attorno al cassonetto.

Per lo più è un mestiere solitario. Una persona per volta, una per cassonetto. Ultimamente capita sempre più spesso di vedere, mentre la mamma è impegnata in questo lavoro, un bambino di qualche mese seduto sul marciapiede. Ed un bambino di qualche anno che trotterella attorno. Ma mi pare questo accada di più nella via sul retro, dove il marciapiede è più largo e dove il cassonetto è tra il campo dell'oratorio e ciò che resta della scuola media in trasferimento.

Lo spazio attorno alla nuova fermata della Metro C è di strada per andare a scuola a piedi. Ed è il luogo in cui al mattino presto spesso tutti questi oggetti ricompaiono, in un sorta di mercatino improbabile. Qui non è più mestiere solitario. Ma famigliare e di gruppo composito. Siccome fa molto strano pensare, ad esempio, che un uomo di mezza età passi il tempo a vendere una scarpa da donna vecchia e a volte persino singola, l'impressione è che ciò che appare sia solo una piccola parte visibile di un mondo invisibile.


Stessa via, un poco più in fondo, il supermercato, dal cui terrazzo si è buttato un ragazzo 21 enne uccidendosi. E nel cui parcheggio morirono tre sorelle, bruciate nel camper dal lancio di una molotov.

Il campo invece è sulla strada più in là. Tecnicamente è anche un altro quartiere. Ma è esattamente in mezzo tra il centro sportivo dove si fanno le cene di classe e la parrocchia dove si va a scout. Davanti al campo la montagna di rifiuti si allarga giorno per giorno. E avendo ormai raggiunto (vado a spanne) la decina di metri, credo oggi possa essere considerata a tutti gli effetti una discarica abusiva. Che presumo sia deposito principale anche dei robivecchi svuota cantine che circolano con l'annuncio registrato a ripetizione e che, se sono fuori zona rispetto al campo, lasciano anche, diluiti a piccole dosi, lavatrici svuotate e materassi a bordo strada.

Ieri una bambina che era in braccio alla mamma è stata ferita da un piombino probabilmente sparato da una pistola ad aria compressa. E rischia di restare paralizzata. E' successo all''incrocio tra le due grandi vie che segnano i confini di quartiere, a fianco della sede del Municipio in cui dall'alba si fanno le grandi file per le carte d'identità.

E' sempre più difficile trovare il modo di rispondere alle domande dei figli senza usare categorie "noi-loro". Ma fingere che tutto questo sia normale e che l'unica soluzione sia sempre solo quella di cambiare marciapiede e cambiare discorso mi spaventa ancora di più. Così come "é roba tra loro" non basta a spiegare gli eventi caldi. In certi casi è vero. Ma che differenza fa? I morti e i feriti sono reali. Ed è reale la separazione netta che si sta creando tra mondi che attraversano gli stessi luoghi senza incrociarsi se non per confliggere. Siamo andati oltre le classi e la guerra tra poveri, siamo già alle caste.

La cultura che distingue il valore delle persone a seconda di appartenenze a gruppi etnici o sociali è banale, falsa e pericolosissima. Ma non si contrasta chiudendo gli occhi sul quotidiano delle persone e attribuendo la responsabilità all'uno o all'altro dei politici di turno. E nemmeno andando a fare estemporanee riunioni in luoghi con nomi passati in cronaca. L'unico modo (estremamente difficile e complesso) è provare a governare le città. Costruire, passo passo, soluzioni possibili che permettano a tutti di vivere meglio. Difficile, certo. Ma non vedo altro.

E se i partiti  (e le organizzazioni?) non ci arrivano più, allora sarà il caso che siano le persone singole di buona volontà che provano a ripartire da zero e rimettersi assieme per farsi carico in qualche modo della cosa pubblica. Perchè è di tutti. E perchè così non si può vivere.


Cosa vuol dire pensare?- Marianella Sclavi

Uno degli strumenti che ci viene rifilato più di frequente oggi è il sondaggio di opinione. La sanità, la riforma… chiamo individualmente un...