Parigi, Ivry e Vitry...


Parigi l'avevamo già vista, noi grandi. Ma effettivamente, mai così. Si sceglie di dormire in periferia. Un po' per risparmiare (che ormai si paga per 4), un po' per vedere qualcosa, oltre al centro.
Si finisce a Vitry, confinante con Ivry. Entrambe sulla Senna. E si scopre un altro mondo.

L'esplorazione del primo giorno del neofita dice più dell'osservante che dell'osservato, scrive Marianella Sclavi. E noi ammettiamo il nostro essere neofiti. Molti amici che lì vivono e lavorano potranno aiutarci a contestualizzare e relativizzare. Ma ciò che si nota nei segni visibili è, per dirla in sintesi, un tasso più basso del previsto di "musulmanità" è più alto del previsto di "africanità".

Non è solo qualcosa che ha che fare con i numeri o con la prossimità con l'arrivo. Sembra connesso all'idea di quali elementi si scelgono come distintivi di sé. Quali si portano con orgoglio. Stoffe, pettinature, vestiti, accessori... In un'infinità di evoluzioni, miscugli e contaminazioni. E mi viene in mente il progetto Lab Dakar...



Periferia o centro, il cibo, con due figli ad alto tasso di selettività alimentare, è l'aspetto del viaggiare che ancora meno si è assestato. Ma ci lavoreremo. Per ora ci colpisce come, fatto salvo per le crepes, un po' tutta la fascia di cibo a basso prezzo sia stata lasciata alle catene (Mac Donald, Pizza Hat...) e al cibo di altre provenienze. Mondo orientale, prima che mediterraneo. Ma intanto abbiamo fatto incetta soprattutto di crepes (appunto), croissant e... ajran.

I parchi pubblici del centro invece sono la chiave di volta. Piazzati ovunque. Compreso vicino alle principali attrazioni. Grandi o piccoli. Tutti diversi. E ben tenuti. E ti sembra talmente ovvio che ti chiedi, perché da noi no? La differenza sembra ciò che passa tra l'idea di aver rispettato una norma che impone di piazzare uno scivolo ed un'altalena ogni tot e l'idea di aver pensato lo spazio pubblico (gratuito) come spazio da vivere.

Sarebbe bello se l'esplorazione animativa delle città che faremo a partire dall'autunno potesse avere dimensione europea. O almeno coinvolgere Parigi. Mi è capitato di pensare camminando... Perché si comprende per analogia. E per differenza. 

Ma intanto le scuole con le pecore, le case a triangolo, correre al suono di una tromba con i piccioni davanti a Pompidou, giocare con i ponchi e la pioggia nei giardini del Louvre, la Senna sopra, sotto, di lato... Sono bastati 4 giorni per far tornare la voglia di viaggiare e per dire: anche con i figli, adesso, si può. Quindi...l'anno prossimo dove si va?
(Qualche appunto visivo su Instagram).

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