Nuovi movers e identità multiple


Dopo questa presentazione…buffo sentirsi (donna, giovane, all’estero…) nel quadro un po’ sfortunato… della sfigata strutturale, per semplificare.... Non mi giudico tale, ma per certi aspetti sono assolutamente espressione di ciò che è stato detto prima. Già questo come introduzione è significativo. 

Quei grafici cosa ci mostrano? Ci mostrano che a livello individuale siamo portatori di tutti questi conflitti e contraddizioni. Siamo quelli che partono con una speranza di migliorare, esprimersi professionalmente… siamo anche quelli che soffrono per quasi una mancata relazione con il proprio paese d’origine.

Alcuni studi stanno dimostrano, su Parigi è evidente, che per i primi 3-4 anni gli expat non vogliono avere niente a che fare con la comunità degli italiani all’estero. C’è una partenza con rabbia che non è inconciliabile con la partenza per voglia di esplorare. Questi fattori sono tenuti assieme, nelle stesse persone. Per questo a Parigi abbiamo anche pensato ad un servizio con una brillante psicologa, per venire in aiuto a queste situazioni.  Ma se sono conflittuali a livello individuale, quando sollecitiamo le persone per ragionamento politico, è ovvio che il ragionamento politico tiene dentro anche questa conflittualità. 

Parto dal lavoro con gli italiani all’estero anche per raccontarvi quale è la realtà. Siamo 9 donne su 63 consiglieri. Siamo 5 di nuova immigrazione su 63. Il mio essere lì è un accidente della storia, della volontà e dello spirito agguerrito delle Acli, ma io la vivo come una ultima chiamata. Queste strutture istituzionali che abbiamo creato per tenere una relazione tra queste persone e l’Italia sono state create per la vecchia immigrazione, non riescono ad intercettare la nuova. La nuova immigrazione non si iscrive all’Aire, si stima che metà non si iscrivono al Registro degli italiani all’estero, in Europa. Nelle mie ricerche c’è qualcosa di più in extra Europa, probabilmente perché lì c’è più bisogno di restare connessi. Ma l’effetto è molto significativo.

Per aggregarsi le nuove immigrazioni cercano altre forme. Questo è qualcosa che abbiamo iniziato a discutere con Luca prima. Magari le pagine facebook danno la sensazione di portare più risposte di una comunità in carne ed ossa. Che ti sprona anche nelle tue conflittualità. Nei sistemi chiusi invece cerchi la risposta al bisogno istantaneo. E il tuo coinvolgimento scema, dopo la risposta individuale. E come direbbe don Milani non se ne sortisce assieme. La ricerca di trovare comunità nei social è anche speculare al fatto che la relazione non si cerca con le nostre istituzioni.  

Basandosi sui dati AIRE, le nostre riflessioni sono parziali. Non capiamo davvero la diversità verso cui ci approcciamo. Il presidente del Comites di Madrid, molto bravo, Pietro Mariani, ha studiato i dati che la Spagna dà per la presenza degli italiani sul proprio territorio. Mi ha scritto settimana scorsa per dirmi che gli expat a cui pensiamo noi, guardando i dati AIRE, sono il 36% dei presenti. Gli italiani nati in Italia, arrivati a Madrid, sono il 36%. Ma per esempio il 21% sono nati in Argentina. E se si estende la ricerca a tutto il sud America è il 40%. Di quelli che sono di seconda generazione nati in Italia ce ne è il 21%. Ci culliamo in una percezione che abbiamo, perché gli strumenti a nostra disposizione sono spuntati. Facciamo riferimento solo all’anagrafe del nostro paese e questo strumento non è funzionale. Invece l’emigrazione, come l’immigrazione, è uno specchio potentissimo per guardare i dati di realtà e non la propria fantasia, per ragionare in termini meno dogmatici. Per ragionare in termini di attrattività. Paese come territorio, piuttosto che come legami di sangue. 

Movers e stayers. Non solo è il tema centrale. E’ anche quello che ci fa capire sempre di più come quello che facciamo noi sia centrale. Il legame amicale, la relazione è quella che ci fa uscire dalla conflittualità sociale. Volevo reagire a quello che hai detto tu, Luca, perché 10 anni ho creato una rete, che si chiama ExBo, Bolognesi nel mondo e noi avevamo fatto exBO e inBo. Amici eravamo amici, ci conoscevamo tutti e le domande che ci facevamo sul nostro Paese erano le stesse. Le ragioni per cui alcuni di noi erano partiti e altri erano rimasti, erano ragioni casuali per la maggior parte. Io sono partita perché ho fatto una borsa Leonardo, se non mi offrivano un lavoro dopo la borsa Leonardo magari tornavo a casa. Demistificare questa distinzione si può fare soltanto ragionando su questi legami. 

Noi moovers non abbiamo… una percezione di classe, una coscienza di classe si sarebbe detto, invece è necessaria in due direzioni. Che poi tutte le partecipazioni sono relazioni e lotte per i diritti, non inventiamo niente. Noi moovers, che poi siamo 20 milioni in Europa, non siamo neanche l’ultima ruota del carro, è in due direzioni: arrivare fino in fondo in cosa vuol dire essere un moovers in Europa. Tutte le questioni, dall’assistenza sanitaria, alla ricostruzione del percorso professionale, tutte le cose quotidiane che non avendo una coscienza di classe non rivendichiamo lasciandoci in una specie di iperuranio che non è né carne né pesce. Io e Teresa May condividiamo, da prospettive opposte, la preoccupazione che essere cittadini del mondo voglia dire essere cittadini di nessuna parte. In questo senso la mia esperienza di questi anni è indicativa. A Parigi abbiamo lavorato con le altre comunità di Europei. E a Bologna abbiamo sempre lavorato sul legame tra chi è partito e chi resta. 

Perché il legame tra chi è partito e chi resta è fatto di persone concrete. Quando io torno a Bologna sono in una comunità in cui mi riconoscono, sanno cosa ho fatto e da dove vengo. Questo smorza la frattura tra moovers e stayers e rimanda a elementi di realtà. Alle domande che gli inBO e gli exBo si facevano sulla stessa questione, sullo stato del paese. Se tornassi a Bologna, su cosa mi piacerebbe lavorare, cosa mi piacerebbe trovare. Avendo avuto esperienze all’estero, alcuni erano tornati altri no, il punto era: cosa ci manca? E quella domanda merita una risposta che vada bene per tutti. Per chi sta in zona rurale, per la periferia. Sapendo che la risposta non è la stessa ma è una declinazione della stessa domanda. I moovers hanno questo compito di riuscire a tenere assieme le relazioni tra i due punti. Per questo parlavo di identità multiple e della necessità di una educazione alle identità multiple. Ma la stessa situzione la vivono gli stayers. 

Non so se avete la perversione, ogni tanto, su Facebook, di rispondere a degli amici scoperti sovranisti. 20 anni fa eravamo entrambi altromondialisti. Era uno sguardo al fenomeno della mondializzazione con l’intenzione di anticipare le tematiche. In questa stagione io mi sto dicendo: avevamo veramente ragione! Non siamo riusciti, come generazione, a risolverla, forse anche perché abbiamo preso mazzate a Genova nel 2001, ma quei temi lì li avevamo capiti e li avevamo in mano. Non siamo confusi e non capiamo. Quei temi lì li avevamo visti prima. Solo che adesso se ne sono impossessati altri. 

Se avete la percezione di andare a vedere come le persone hanno cambiato idea... Se tu gli dici: la sovranità appartiene al popolo. Ma il popolo italiano non è diverso dal popolo europeo. Il popolo italiano è parte del popolo europeo. La tua sovranità non l'hai ceduta a chissà chi... l'hai ceduta a istituzioni (su cui si può lavorare perchè diventino più democratiche). Ma se tu dentro di te sei convinto che il popolo italiano non sia popolo europeo, hai voglia ad andare a parlare. E’ complicato perché chi semina vento raccoglie tempesta. Se tutte le volte che ci sono punti di conflittualità è colpa dell’Europa è logico che ogni volta che provi a fare un ragionamento il terreno che trovi non è il più fertile.

Ma il popolo europeo è l’insieme dei popoli dei diversi paesi. Se non capiamo che sovranità è questo si può arrivare  a distorsioni come quelle che abbiamo sentito ieri. 

Appunti in diretta e non rivisti dall'autore, di intervento di Maria Chiara Prodi nell'incontro nazionale di studi delle Acli a Trieste 2018 "Animare la città". 

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