Prima dovranno parlare le donne. Durissimo da accettare in casa cattolica, si tratti pure della Chiesa di Francesco Papa...

Foto con licenza cc di Paola Rizzi 
Il terzo punto mi pare importante, per capire e contestualizzare.
Il secondo altrettanto, per evitare confusioni di piani e continui stupori. 
Il corsivo, detto in altre parole, mi pare richiami anche il monito stesso del Papa nei confronti del clericalismo. 
Il quarto non lo comprendo fino in fondo e comunque non è detto che lo condivida tutto. 

E appena ho letto la frase ho pensato alla parte in neretto. Perchè ciò di cui parliamo avviene dentro il corpo di una donna. Riguarda anche altri esseri umani. Ma avviene dentro un essere umano specifico. Dentro. E questo non può essere indifferente. 

Questa riflessione di Stefano Sodaro (tratta da un suo post) mi pare esprima bene...

(...) Eccoci, eccomi allora. Devo dire dunque? Dico. Forza...

Primo. Chi è il ghost-writer del Papa? Fuori i nomi. Lo stesso vale per i canonisti di Sua Santità che non brillano per perfezione giuridica. Chi sono? Coraggio. Si può fare meglio e di più, ragazzi. 
Secondo. Altro è la teologia della liberazione, altro la postmodernità e la cultura della soggettività del nostro contesto europeo-occidentale. Lo aveva già ben visto Christian Duquoc: non è possibile nessuna sovrapposizione tra liberazione e progressismo in ambito storico-teologico. Tanto per fare un esempio eclatante, Gutierrez, in "Teologia della liberazione", classico dei classici no?, critica con tagliente ironia la richiesta di abolizione del celibato ecclesiastico. Il ragionamento che fa Gutierrez è dirompente: vediamo se con una moglie sarete meno borghesi di come siete stati da celibi, speriamo, ma chi ce lo assicura? 
Terzo. Di cosa è preoccupato il Papa? Bisogna essere intellettualmente onesti su questo. È preoccupato di un assetto culturale, un'opzione culturale, che crea "scarti umani". Non ci sono altri sottintesi di capziosità para-politica e neanche tanto di ammaestramento etico. C'è questa tensione, evidente, costante, verso chi non ce la fa a vivere, come sia, chiunque sia, mi verrebbe quasi da dire un po' cinicamente, ma so che capirete bene, anche "qualunque cosa sia". 
E tuttavia, lo dico con rispetto e affetto, la prospettiva, per dire ciò che si vuol dire, dev'essere quella della donna, non dell'uomo maschio. Della donna, delle donne. Altrimenti falliamo. La prima tensione effettiva verso chi non ce la fa a vivere dev'essere quella in ascolto delle donne, dei loro drammi, dei loro interrogativi, delle loro solitudini, dei loro dilemmi, dei loro strazi. A loro dev'essere data e lasciata la parola sull'aborto. 
Poi, sì, parleremo anche noi maschi, ma prima e sempre dovranno parlare le donne ed essere ascoltate
Durissimo da accettare in casa cattolica, lo sappiamo, si tratti pure della Chiesa di Francesco papa. Durissimo. Eppure necessario. Fondamentale. Imprescindibile. 
Quarto. Mi è stato chiesto se mi sia piaciuto il ricorso al termine "sicario" proprio in bocca al pacifico e non violento Francesco. No. Non mi è piaciuto. Ma guardate che tutta la teologia della liberazione classica, di prima generazione per intenderci, non è mai riuscita ad abbandonare schemi e approcci tipicamente patriarcali o paternalisti. Leonardo Boff, che amo ma proprio amo, ha scritto trattati interi sulla divinizzazione pneumatologica di Maria invece che sulla necessità teologica di avere un Cristo donna. 
Ciò detto, siccome l'uso corrente del linguaggio più spinto sino ad essere volgare e scurrile nella pubblicistica più applaudita è realtà costante e quotidiana, non capisco bene lo scandalo. Ci si scandalizzi allora - evangelicamente intendo - anche di altri autori applauditissimi e laicissimi. Perché il Papa dovrebbe fare l'anima bella? 
Per quanto mi riguarda, diffido sia da una certa stucchevole francescolatria per cui anche se il Papa estrae il fazzoletto sarebbe un gesto profetico, sia da un certo gusto di accanirsi polemicamente contro ogni uscita pontificia perché tanto sarebbe comunque sempre falsa, insincera, interessata, doppiogiochista, così appalesando, da parte di cotanti fini esegeti, un'assenza di substrato ecclesiologico da far paura. 
Ho finito. Mi piacerebbe concludere, alla Nouwen, che "ho ascoltato il silenzio", ma non è del tutto vero. Il silenzio ha ancora quasi tutto da dirmi, rivelarmi. (...)

Cosa vuol dire pensare?- Marianella Sclavi

Uno degli strumenti che ci viene rifilato più di frequente oggi è il sondaggio di opinione. La sanità, la riforma… chiamo individualmente un...