Antropologia urbana: Amalia Signorelli


Italia:
. privilegiato condizione urbana rispetto a rurale
- antica rete di città 
Poche ricerche antropologiche su città italiane.
Studi maggiormente ruralcentrici.

Pregiudizio operaista: 
coincidenza della cultura operaia urbana con la cultura rivoluazionaria.
Gli altri ceti di popolazione urbana sotto egemonia di classe operaria avrebbero anch’essi acquisito coscienza di classe o sarebbero stati confinati a residuali. 

Pregiudizio antiurbano:
cultura neoarcadica che indicidua società rurale e contadiana con il recupero delle radici.
-città luogo dello sradicamento, della perdita di cultura originaria, di alineazione e omologazione.
(Anche Pasolini).

La città, vista con le lenti messe a fuoco per la cultura contadina, è una realtà invisibile e incomprensibile. 

Antropologia urbana:occuparsi di concezione del mondo e della vita, di sistemi cognitivi valutativi, elaborati da e per i contesti urbani. 

Modelli di città italiane:
(Tranne Latina) tutte con storia plurisecolare e plurimillenaria. 
Quasi tutte ne conservano i segni in impianto urbanistico e monumenti. 
Quanto indietro nel tempo si è radicata in italia la distinzione città/campagna e la superiorità della prima sulla seconda? 
Da questo dipende il ruolo di centro che le città hanno rispetto ai territori. 

Modello di città italiane a fine XX secolo:
Città antiche abitate da inurbati recenti e investite da processo di massificazione? 

Il non conosciuto deve possedere in se stesso qualche forma che può venire esplorata e un po’ alla volta appresa. 
Il caos completo senza traccia alcuna di connessione non è mai piacevole.

Una esplorazione antropologica: Amalia Signorelli a Pietralata



Pietralata: la lotta per la casa
Nata come borgata, anni 30. Sud est Roma. Vicino a Tiburtina. 
Popolazione della borgata era 20.000 abitanti. 
Forte identità locale.

La rivendicazione del controllo su un territorio viene legittimata producendo quel territorio in patria. Talvolta appellandosi a continuità insediativa accertata. Tal’altra anche senza. 

Localismo. Fondamentalismo. 
L’appartenenza al gruppo è sempre frutto di radici. 
Localismo di borgata. 

Anche quando partecipava a manifestazioni per il diritto alla casa a Roma, 
partecipava in quanto Pietralata.
Da dove nasceva questo senso così forte di identità locale? 

Anni 30, Mussolini, 
obiettivo urbanistico: rinnovamento urbano della città, ristabilire “sui colli fatali” l’antica capitale imperiale
obiettivo ideologico: consolidare idea di regime realizzatore provvidenziale di ordine, pace e prosperità all’interno, di conquistatore all’estero. 

Strategie di Mussolini:
Stabilire analogie sistematiche tra ere fasciste e epoca imperiale romana di Augusto. 
Repertorio di romanità recuperato e riproposto (imposto)fu molto vasto. 
Riportare alla luce alcuni monumenti di epoca classica. (a prezzo della demolizione di buona parte della Roma medievale). 
Creazione di ampie vie centrali (a prezzo di demolizione delle vecchie abitazioni che costituivano il centro storico romano e della espulsione di coloro che vi abitavano. Del proletariato romano). 

Chi è stato espulso? 
Roma non aveva proletariato industriale. 
Il proletariato era composto da manovali, muratori, operai dei trasporti e servizi. 
Piccoli lavoratori indipendenti, artigiani e commercianti. 
Privo della tradizione socialista, il proletariato romano costituiva comunque una realtà potenzialmente e spesso esplicitamente ostile al regime. 
Quindi: 
espulsione del proletariato non fu effetto collaterale ma obiettivo ulteriore: neutralizzare, mettendolo da parte, un gruppo ostile e potenzialmente pericoloso. 


Parco delle Energie


Il parco delle Energie è tante cose.
E' la storia di una lotta, che non è ancora finita.
E' la storia del lavoro e delle sue trasformazioni.
E' la natura, che si ribella, a modo suo.

E' un monumento naturale.
Con tutto ciò che questa definizione può stare a significare.

Per approfondire ci sono più siti (e più soggetti) per ora condivido questo: https://lagoexsnia.wordpress.com/contatti/

C'era una volta un parco, anzi, non c'è ancora...



Visivamente, da più di un punto, il parco non c'è. Non è visibile. 
Non è facile mobilitare per qualcosa che non si vede. Che non è parte del quotidiano.
Che è, solo, ad oggi, un progetto. 
E che lo è da infinito tempo. 

Eppure, il parco, sarebbe il punto comune tra più quartieri (Quadraro, Torpignattara, Centocelle).
Il punto comune tra tre municipi. 
E potrebbe dare identità all'area. 
Nonché risolvere un problema di carenza di aree verdi nell'area.
(Lo standar minimo di verde è 9mq ad abitante. Al momento qui è variabile nelle diverse zone da 3mq a 10 mq). 
Ci dicono che non è chiara la proprietà. 
Che probabilmente, in parte, è proprietà privata. 
Come se questo fosse sufficiente a spiegare l'immobilismo e il non intervento. 
Non vuol dire niente, ci sono già esempi, in questo senso. 
Il parco degli acquedotti è in buona parte privato, ma il suo uso è pubblico. 
Appunti (incompleti) di storia del parco:  

1990: Prima parte della consegna del terreno dell'ex aeroporto di Centocelle dal Ministero
          della Difesa al Comune di Roma. 

1992: Il soprintendente archeologico di Roma ha apposto a questi tutto l'ex aeroporto 
          militare un vincolo, per via delle testimonianze storiche e letterarie che attestavano
           l'importanza archeologica del sito. 

1994: Al Comune di Roma nasce l'idea di realizzare un parco archeologico. 

1995: Area as duas lauros (archeologica) è stata sottoposta a vincolo 

1996: concorso internazionale di idee per la realizzazione del parco 
          
         arriva primo il progetto inglese "Centocelle forest", 
         vince ma non rispetta tutti i parametri, 
         si costruisce una mediazione tra questo progetto e il secondo arrivato, 
         proposto dall'Università La Sapienza.

Uscire, guardare fuori...


Dopo gli ultimi tre giorni mi ri-confermo.
La risposta, a tante e diverse domande, è:
uscire, guardare fuori. 

E camminare, mettersi in movimento.

Iniziare. Anche senza essere davvero pronti. 
Con chi ha voglia e gli va. 
Primo incontro con i "vecchi" del secondo anno.

E poi l'incontro con l'utopia.
Prendere 6.000 persone.
Portarle in un blocco di cemento.
Costruire una città raccolta in un unico edificio. 
Pensare che lo stare assieme ammassati possa automaticamente portare a far nascere comunità, solidarietà, coscienza di classe, persino.
Le cantonate che prende, a volte, l'utopia.
#corviale 

#animazionedicomunità #esplorazionedelleperiferie

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