Chilbusy, childfree, childless… l'estate delle mamme

Agosto 2013 

C'è la copertina di una rivista che con l'immagine di una coppia spaparanzata e rilassata a prendere il sole mette in evidenza i lati positivi dell'essere childfree (l'orgoglio di una scelta libera che libera e che si differenzia dalla semplice sopportazione di una mancanza dei childless).
C'è l'articolo di Vita che rivendica i vantaggi non solo morali di essere childbusy (l'orgoglio di una scelta libera che impegna e che si differenzia dalla semplice sopportazione di una presenza).
Che poi, a guardarci bene dentro, si scopre che tra i childfree ci sono anche i childless, cioè quelli che i figli li avrebbero voluti e che purtroppo non sono arrivati e che scambierebbero volentieri la propria libertà con un po' di occupazione. E si scopre che sia childbusy che childfree soffrono la mancanza di quel che non hanno. Che non vuol mica dire che rinnegano la propria scelta. Solo vuol dire che manca loro qualcosa. E che questo produce fatica e sofferenza. Che non è esattamente un “solo”. Secondo me. Ma non è questo “il punto” o lo è solo in parte.

Cosa vuol dire pensare?- Marianella Sclavi

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