Sul lato di un rettangolo


Martedi. 

Quartiere e città tendono a diventare i poli di un'implicita opposizione: 
il primo come principale fonte di supporto emozionale degli individui urbanizzati,
la seconda come mondo in qualche modo ostile, 
caratterizzato da disgregazione, individualismo e atomizzazione.

Al contempo comunità e quartiere diventano una sorta di gemelli siamesi, 
il cui vincolo di unione è tale da non necessitare di essere esplicitato: 
parlare di comunità, in ambiente urbano, significa guardare alla città dal livello del quartiere. 

Ma, una premessa è ancora necessaria: Il quartiere non è la comunità.

Barbara Borlini


Centocelle (quartiere XIX di Roma) in fondo è un rettangolo. Ed io abito su uno dei lati. La mia vita sociale attraversa continuamente la linea di confine, ma questo è normale. E poi anche i confini si muovono, non solo le persone.  

Che sia un quartiere, già dice qualcosa. Roma ha un centro, diviso in rioni, e una periferia, divisa in quartieri. O quanto meno, nel 1929, i quartieri erano la suddivisione della periferia, degli spazi di nuova urbanizzazione. Oltre ciò che allora era periferia, c'è il resto. Che sono i suburbi e le zone. Cioè (in ordine inverso) la parte agricola. E ciò che la collega alla città. 

Roma è un cerchio, ma solo se si tiene come confine il Grande Raccordo Anulare.


Dicevamo, quindi... Centocelle, un quartiere.
In periferia, rispetto al centro. 
Sommariamente in centro, rispetto a ciò che è maggiormente periferia.  
Compreso in una impalpabile, ma esistente, identità complessiva da Roma Est. 
E compresso in un’estranea unità amministrativa da Municipio V (che è tale solo dal 2013, quando Municipio VI e Municipio VII sono stati unificati ed hanno cambiato numerazione). 

Un rettangolo (il quartiere), di quasi 60.000 abitanti per circa 3 kmq di superficie.
In una forma astratta (il municipio) di poco meno di 27 kmq per 250.000 abitanti.
In uno spicchio (roma est). 
In un cerchio (Roma) che in quasi 1.300 kmq supera i 2 milioni e 800 mila abitanti.

Che poi, in realtà, il nome del quartiere oggi, dal 1961, è Centocelle-Prenestino.
Quando a Centocelle è stata aggiunta una parte del Prenestino-Labicano. Ed è per questo che sottocasa ci sono ancora i cartelli che riportano Q. VII. 

Oggi Centocelle sarebbe solo il nome della zona urbanistica 7A del Municipio V.
Ma provate a trovare qualcuno, qui, oggi, che dica che Centocelle non esiste...È pure arrivata, quest'anno, la medaglia d'oro alla resistenza!

La suggestione iniziale della settimana è vagare seguendo il perimetro: Primavera. Prenestina. Togliatti. Collatina. Le 4 strade grandi. Che rendono chiaro l’orientamento di massima, anche ad una persona che di orientamento è totalmente sprovvista, come me. 

Ma vagare non segue mai una linea retta, nemmeno quando parti per farlo.
Una retta è solo un'approssimazione di infiniti particolari. Che guardando da lontano o in fretta non si notano... 
E i confini, nel territorio reale, non sono riconoscibili, nemmeno quando corrispondono ad un'identità vissuta e percepita dagli abitanti come Centocelle. 

Per la presentazione di Flanerie a Centocelle vedere qui.
Per alcune mappe che illustrano (bene) la divisione in quartieri, zone urbanistiche e municipi di Roma vedere qui.


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