La maestra Antonella ci cha chiesto di fare un robot che si muove...


Tappa 0: l'accenno in anticipo (l'attesa, creare curiosità)
Tappa 1: la storia raccontata (l'ispirazione)
Tappa 2: il mio progetto, il problema (l'idea)
Tappa 3: le regole, il modo (guadagnarselo, attivazione)
E vediamo come prosegue...

La scuola quando funziona.

Perchè è così difficile ascoltare?

La felicità è una lotta

La felicità non è facile.
La felicità è una lotta.
La domanda è sempre: per cosa lotto?

Per essere sicuro di non sbagliare a rispondere, sono andato a cercare in un grosso vocabolario la parola "felicità" ed ho trovato che significa: "Essere pienamente contenti, per sempre e per un luogo tempo".

Ma come si fa ad essere "Pienamente contenti" con tutte le cose brutte che ci sono nel mondo? E con tutti gli errori che facciamo anche noi, ogni giorno dell'anno?

Ho chiuso il vocabolario e l'ho rimesso in libreria, con molto rispetto, perchè è un vecchio libro e costa caro, ma ben deciso a non dargli retta.

La felicità deve per forza essere qualche altra cosa, una cosa che non ci costringa ad essere sempre allegri e soddisfatti (e un po' stupidi) come una gallina che si è riempita il gozzo.

Forse la felicità sta nel fare le cose che possono arricchire la vita di tutti gli uomini; nell'essere in armonia con coloro che vogliono e fanno le cose giuste e necessarie.

E allora la felicità non è semplice e facile come una canzonetta: è una lotta.

Non la si impara dai libri, ma dalla vita, e non tutti vi riescono: quelli che non si stancano mai di cercare e di lottare e di fare, vi riescono, e credo che possano essere felici per tutta la vita.

Grazie a Scout proposta educativa per avermi ricordato Rodari oggi.

Per non dimenticare

Le competenze si allenano

Lo sguardo. L'ascolto. La comprensione di un contesto.
Le cose apparentemente semplici e scontate sono quelle su cui c'è più bisogno di lavorare.

Le competenze si allenano.


Le storie

Oggi la maestra ci ha raccontato delle storie. Che però erano storie vere.

Una parlava di un ragazzino che voleva una cosa tipo Playstation. Suo papà non gliela comprava. E lui è andato a chiedere i pezzi a tutti quelli che non gli servivano più. E se la è costruita da solo. Fighissimo!

Una parlava di un ragazzino che per fare vedere quanto era bravo si era cucito la pagella nel vestito. E aveva tutti 10. Ed è morto in mezzo al mare. Perchè stava scappando da casa sua dove c'era la guerra. Ma i trafficanti li hanno lasciati in mezzo al mare e nessuno li ha salvati.

E poi abbiamo parlato dei nostri sogni più grandi.
E dei grandi progetti. E di come è bello avere grandi sogni e grandi progetti.
Anche se richiedono fatica.
E certe volte sono anche un po' rischiosi.

Ma se ci aiutiamo e ci mettiamo assieme possiamo tutti darci una mano a riuscirci a realizzare ognuno il suo grande sogno e progetto.

La scuola.
A volte mi fa rabbrividire.
A volte mi commuove.

Stato Nazione

La gente crede che lo stato nazione viva un momento di rinascita, in realtà i leader nei nostri paesi sono sempre meno in grado di cambiare la situazione materiale della loro popolazione. E' per questo che argomenti come la sicurezza e i confini sono diventati così importanti.

Cioè, tutto ciò che sta avvenendo oggi non è un (drammatico, insostenibile) effetto collaterale di qualcosa che ci porterà fuori dalla nostra crisi.
E' una inumanità che è del tutto inutile.
Inutile anche a noi stessi.

L'attimo subito dopo la pioggia

Non c'è ripetizioni nel tornare più volte in un posto.
Tutto cambia a seconda del tempo interno, esterno e della compagnia.

Oggi erano giovani pirati, desideri appesi a prendere l'aria in biblioteca.
E terra e cielo, l'attimo subito dopo la pioggia.

Allenare il passo, lo sguardo, l'ascolto.



Arte di ascoltare e mondi possibili


Come si esce dalle cornici di cui siamo parte.

Le sette regole dell'arte di ascoltare:

1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.

2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.

3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva.

4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali, se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.

5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perchè incongruenti con le proprie certezze.

6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasione per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.

7. Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo viene da sè.

Marianella Sclavi.

Fiori nel gesso

Esperienza di trasformazione creativa.
Tra il transitorio e il permanente.

L'arte come opportunità di aprire varchi di consapevolezza.

Con Alessandro Piangiamore.

Dalla Comunità alla community?


Comunità e community, locale e digitale: che tipo di professionalità emergono da questo incontro? Così è nato il percorso di Alta Formazione Community Manager, durato un anno e conclusosi lunedì 17 dicembre 2018, con un seminario finale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Aprono l’incontro Ivana Pais ed Enrico Orizio, rispettivamente coordinatrice e tutor del percorso, i quali espongono brevemente le tematiche trattate durante l’anno e presentano la mattinata come occasione di rilancio per nuove domande.

immagine pais e coordinatore

Successivamente lasciano la parola alla prima tavola rotonda sul Community Manager nel Welfare, presidiata da Flaviano Zandonai (segretario di Iris Network), in cui intervengono Francesca Santaniello (inPatto Locale), Erika Mattarella (Direttrice della Casa del Quartiere Bagni Pubblici di via Agilè di Torino) e Paola Villa (assistente sociale, animazione di comunità ed esplorazione periferie ACLI). 

prima tavola rotonda

Inizia Zandonai: «La dimensione del rigenerare i tessuti sociali ad ampio raggio dentro i processi di sviluppo urbano è una variabile molto forte che connota il ruolo del community manager nel campo del welfare». Prosegue Mattarella sostenendo che il lavoro del community manager sia tanto intellettuale quanto pratico, aspetto sottolineato anche da Mattarella: «Bisogna ragionare su una costruzione quotidiana dell’essere in rete, questo è il vero succo di quel costruire confronti ragionati sugli sviluppi territoriali». E del territorio parla anche Paola Villa, trattando il tema degli animatori di comunità: l’idea è di riscommettere sulla radice tradizionale degli animatori sociali dei circoli degli anni 40, recuperare valori e competenze che ci sono da sempre ma che oggi devono essere trasformati nel nuovo contesto. «Professionista, operatore e attivista di politiche»: tre elementi che secondo Santaniello formano il community manager, una professione che richiede pazienza, ma anche senso di urgenza e necessità di rottura. La prima tavola rotonda si conclude ragionando intorno al digitale, come spazio di immaginazione e di possibile, luogo reale da abitare e non solo strumento.

Marta Mainieri (Presidente di Collaboriamo) apre la seconda tavola rotonda sul Community Management nelle piattaforme digitali, con ospiti Marco Pinna (head of media Scuola Zoo), Alfredo Morresi (Senior Community Manager Google) e Nicole Mandelli (Trips Market Manager Airbnb).

seconda tavola rotonda

Mainieri inquadra il discorso sottolineando l’importanza della figura del community manager poiché con l’avvento del digitale e dei social media è cambiato il nostro rapporto con i servizi: «le persone usano un servizio solo se ne riconosciamo un valore e così ne diventano co-produttrici attive». Pinna conferma questa tesi, raccontano l’obiettivo di ScuolaZoo: migliorare la scuola partendo dal basso e dall’interno, creando prodotti e servizi per stare vicini alle persone offline e online. Sui social, per esempio «inizialmente gli utenti mandavano contenuti che poi noi postavamo, adesso sono alcuni di essi a postarli: abbiamo dato la password del nostro account instagram, per tenere ingaggiati gli utenti che creano contenuti». Anche Morresi sostiene l’attività degli utenti, che vanno supportati con spontaneità: «cedere una parte di potere serve anche per favorire la diversità». Chiude Mandelli aggiungendo un particolare: «l’obiettivo oggi è avere una community self organized: il consumatore diventa co-produttore al punto tale da diventare leader». Ciò che emerge da questa seconda tavola rotonda è l’obiettivo di far vivere agli utenti un’esperienza migliore con il brand, stabilendo con essi un rapporto fiduciario, affinché diventino co-produttori e lead-user.

Chiude l’incontro Pais, suggerendo come potrebbe essere interessante un futuro incontro dove poter far parlare tra loro questi due mondi in un confronto diretto.


I circoli di lavoratori: cellula base del movimento aclista dalle origini

I circoli esistono da quando esistono le Acli. Nella Acli della nascita, il circolo di lavoratori è la “cellula base” del movimento. I nucle...