Sono dentro (1 di 11)


Dove sei? Sono dentro.
- Sono in casa dal 6 marzo
- Da noi è iniziato il 22 febbraio.
- Non posso uscire, come tutti.
- Mi attengo ai regolamenti.
- Sono chiuso in casa.
- E’ un mese che non esco.
- Sto praticamente sempre in casa.
- All’inizio, per forza, non uscivo. Da quando sono stato liberato cerco di uscire anche tutti i giorni, per attività di volontariato.
- Non avrei mai pensato di ritrovarmi agli arresti domiciliari, senza aver commesso un reato.
Dove sei? A casa.
- Vivo con i miei genitori, 80enni.
- Mi sono trasferito con la mia ragazza, che lavora in farmacia.
- Stare a casa può essere alienante ma è anche occasione di guardarsi dentro. Stare a casa è come dire stare da soli. E’ essere messi di fronte. E forse è questo che è molto difficile per qualcuno. Perché non siamo abituati a fermarci a guardarci dentro.
- Stare in casa è qualcosa di nuovo, non ero abituato.
- Stare in casa pesa, però non più di tanto perché gli anni passati mi hanno allenato a questo.
- Personalmente in casa siamo in 4. Ci sono i figli con le esigenze specifiche, con la scuola e la didattica online… è bello stare a casa in 4 perché ci sono anche gli abbracci e gli affetti. Ma il tempo per riflettere è estremamente ridotto. Certe telefonate le ho fatte chiusa in bagno con la figlia che bussa alla porta.
- La cosa che mi pesa non è l’isolamento, più semmai l’idea di non avere uno spazio o un tempo del tutto riservato. Per esempio adesso mentre parlo io sono in sala e so che gli altri aspettano che io finisca per venire qui e so che da dietro il muro comunque si sente ciò che io dico.
La casa!
- Prima non c’ero mai!
- Adesso abbiamo imparato ad organizzarci gli spazi della casa tra noi.
- E’ diverso stare in casa, a seconda del tipo di casa che hai. Con mio padre abbiamo discusso. Lui guarda quelli in strada e dice: perché non stanno in casa? Io gli dico: guarda il palazzo di fronte. E’ una casa IACP. Sono case da 50mq senza balconi in cui magari stanno in 4. Stare così per tanto tempo può pesare più che stare da noi…
- Prima il balcone era il posto dove mettevi i secchi, le scope. Una specie di sgabuzzino. Adesso è l’affaccio sul mondo. Prima non era niente, adesso è il punto da cui passa la libertà.
- 1 metro e 20 è la distanza che c’è da balcone a balcone. Lì ha acquisito valore anche il caffè da balcone a balcone. Che c’è sempre stato. Ma adesso il valore lo vedono tutti.

Pragmatici esercizi di umanità, spostamenti e trasformazioni.

La Bosnia. I profughi. L'Europa. La Bosnia é un luogo che non ha più voglia di presentarsi come "quella della guerra". 30 anni...