E il futuro? Sentinella, a che punto è la notte?


Non torneremo mai più quelli di una volta o forse si. Ci ha preso alla sprovvista, stravolgendo le nostre vite e quella dei nostri cari, ci ha fatto sprofondare nel turbamento della percezione di non essere niente in questo mondo di fronte alla potenza della natura. Forse ancora più turbante è stato il fermarci di fronte a tutto ciò, ripensarci, analizzarci: forse è questo quello che ci spaventa di più. Il mondo oltremodo fa il suo corso, senza di noi, senza curarci di noi, andando… In fondo la notte potrebbe non esserci, la sentiamo solo noi.
PASSO 10 DI 11: E IL FUTURO? SENTINELLA, A CHE PUNTO È LA NOTTE?
- Io per andare ad una riunione che magari dura un’ora, devo fare 2 ore andata e 2 ore ritorno, da casa. È chiaro che anche dopo ci andrò meno a queste riunioni. Perché so che quella riunione di un’ora può essere fatta online, risparmiando tempo. Adesso che l’abbiamo provato non torneremo indietro. Ma non tutto può passare solo online. Come si sceglie e chi sceglie cosa no e cosa si?
- Il modo di vivere che vedo oggi è: chi vivrà vedrà. Senza troppe domande.
- Non credo finirà presto. Non credo sarà un mese o due. Niente tornerà come prima.
- Per il futuro vedremo. C’è chi dice che forse qui deve ancora arrivare, che qui deve ancora iniziare. Che arriveremo dopo, come in tutto. Speriamo che non abbia ragione…
- Sul dopo sono scettico.
- Sul dopo penso che sia come le periferie. Non sono né il disastro inevitabile né innovazione assicurata. Credo che il dopo contenga delle opportunità, che non è detto che coglieremo. Ma credo che ognuno di noi possa fare qualcosa, nel suo piccolo. E penso che cercare di cogliere il senso e l’opportunità personale non sia inutile o insensato, anche se eventualmente non lo facessero tutti.
- La normalità di prima era parte del problema. Dobbiamo far venire fuori un altro modo.
- Sono sicura che sapremo tirare fuori creatività anche da questo. Perché dalle situazioni esce tutto. Anche la creatività. Anche dalle situazioni drammatiche. La creatività non toglie il dramma. Ma c’è.
- Per il futuro vorrei che non si tornasse alla normalità. Ma non sono sicuro che accadrà.
Temo che poi ci sarà la corsa per recuperare il tempo perso. Ma questo non è tempo perso. Don Alberto Vitali (assistente delle Acli Milano) ci ha detto: quando sarà finito tutto dovremo essere in grado di liberarci dalle catene che non ci facevano vivere, già prima.
- Dopo ci sarà da rielaborare. Il lutto e non solo. E la rielaborazione non è solo personale. C’è una rielaborazione organizzativa che andrà fatta.
- Il rischio del dopo è dimenticare. Mentre serve anche rielaborare il qui ed ora. Il qui ed ora personale e quello organizzativo.

Pragmatici esercizi di umanità, spostamenti e trasformazioni.

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